
L'emblema comprende:
- al centro lo scudo della provincia di Gorizia con il leone rampante in campo azzurro, partito di bianco e rosso (colori di Gorizia) e sormontato dall'emblema di Medaglia d'Oro al Valor Militare;
- attorno allo scudo una panoplia d'armi a rappresentare tutte le unità della Brigata, sormontata dal leone di S.Marco ad indicare l'eredità dal Reggimento Lagunari Serenissima del battaglione carri il cui mezzo di combattimento è riportato ai piedi dello stemma;
- tra scudo araldico della provincia e panoplia d'armi, il motto della Brigata: << DELLE GIULIE ULTIMA TORRE >>, tratto dai versi conclusivi della << SAGRA DI SANTA GORIZIA >> del poeta V. Locchi.
Lo studio di un emblema che rappresentasse, in occasione della ristrutturazione dell'Esercito, la neo costituita Brigata fu condotto con la preziosa ed insostituibile collaborazione offerta dal Conte Paolo Caccia Dominioni al primo Comandante della "Gorizia", Generale Andrea Versari. L'idea fu realizzata nel febbraio 1976 e, da allora, la Brigata meccanizzata Gorizia ha adottato, quale emblema, quello sopra raffigurato.
DESCRIZIONE DEL DISTINTIVO DA BRACCIO (MOD. 1986)
Distintivo: su fondo rosso
con bordo giallo-oro; nel mezzo del fondo è sovrapposto uno scudo spagnolo
trinciato; nel primo d’azzurro al leone rampante d’oro a due code, nel secondo
di rosso e di bianco (in uso dal 1986 al 1996)
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Distintivo in uso dal 1975 al 1986 Dipendenza: Divisione Meccanizzata “Folgore” |
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Distintivo in uso dal 1986 al 1996 Dipendenza: 5° Corpo d’Armata |
CENNI STORICI SULLA BRIGATA MECCANIZZATA "GORIZIA"
Origini e vicende
organiche
Il 1 novembre 1975, nell’ambito del processo di ristrutturazione dell’Esercito, viene costituita la Brigata Meccanizzata “Gorizia”
che si fregia del nome della gloriosa città nella quale trovano sede il
Comando ed alcuni dei reparti dipendenti. Inquadrata nella Divisione Meccanizzata “Folgore”,
la gran parte delle unità della Brigata traggono origine da reggimenti
dal passato glorioso quali il 41° Fanteria “Modena”, l’82° Fanteria
“Torino”, il 183° Fanteria “Nembo”, il 46° Artiglieria “Trento”;
completano l’organico il 22° Battaglione Carri “M.O. Piccinini”
(proveniente dal disciolto “Reggimento Lagunari Serenissima”), il Battaglione Logistico “Gorizia”
ed il reparto Comando e Trasmissioni. Il Comando della Brigata ed i
reparti dipendenti vengono impiegati nelle operazioni di soccorso alle
popolazioni funestate dal terremoto in Friuli (1976) ed alla grande
unità viene concessa la Medaglia d’Argento al Valor Civile.
Con
l’abolizione del livello divisionale dal 1° novembre 1986 la “Gorizia”
passa alle dipendenze del Comando del 5° Corpo d’Armata. A seguito del
riordinamento della forza armata la Brigata dal 1992, subito un radicale
riassetto organico, inquadra Comando, Reparto Comando e Supporti
Tattici, due Reggimenti di Fanteria (41° “Modena“ e 82° “Torino”), il 2°
Reggimento carri, il 184° Reggimento Artiglieria da Campagna
“Filottrano” ed il Battaglione Logistico “Gorizia”. Dal 2 marzo
al 4 aprile e dal 4 settembre al 4 novembre 1993 la Brigata è impegnata
in Sicilia nell’operazione “Vespri Siciliani” per il controllo del
territorio quindi concorre, nella zona orientale del nord Italia,
all’operazione “Testuggine”; quest’ultima attività viene svolta nel
corso del 1994. Dopo aver reiterato l’operazione “Vespri Siciliani” dal
giorno 11 novembre 1994 la “Gorizia” partecipa con un reggimento di
formazione alle operazioni di soccorso alle popolazioni alluvionate del
Piemonte.
La Brigata, a seguito di ulteriore riordinamento dell’
Esercito, viene sciolta nel 1996.
RICOMPENSE
MEDAGLIA D'ARGENTO AL VALOR CIVILE – Decreto 26 novembre 1980.
In occasione del gravissimo sisma del Friuli, che causava
numerosissime vittime ed ingenti danni, la Brigata Meccanizzata “Gorizia”
interveniva con uomini e mezzi prodigandosi con tempestività ed impegno nelle
operazioni di soccorso ai sinistrati. Malgrado le difficili condizioni
ambientali si adoperava nella ricerca di civili sepolti sotto le macerie, nel
pronto soccorso e nel ricovero dei numerosi feriti, contribuendo in maniera
determinante ad alleviare i disagi ed a restituire coraggio e fiducia alle
popolazioni colpite. (Friuli 1976)